LATTOSIO: COSA C’È DA SAPERE🤔 DEFINIZIONE

🥛Il LATTOSIO è lo zucchero principale che troviamo nel latte di quasi tutti i mammiferi (ad es. di mucca, di capra, di asina, ecc..) ed è presente, in quantità variabili, anche nei derivati del latte.

🍦Ha un potere dolcificante inferiore al saccarosio, ed è costituito da due zuccheri semplici: il galattosio e il glucosio. Il suo indice glicemico è basso, circa la metà del pane bianco.

🧩LA LATTASI
Il lattosio viene scisso nelle due componenti ad opera dell’enzima LATTASI nel nostro intestino.

👶I livelli di lattasi, alti nei bambini, iniziano a decrescere già dopo lo svezzamento: l’espressione dell’enzima si riduce progressivamente. Tale riduzione è geneticamente programmata e variabile da tra diversi gruppi etnici e tra individui.

📉La riduzione fino al 50% è comunque sufficiente a garantire un’efficace digestione del lattosio.

⚠️LA CARENZA DI LATTASI

Quando l’enzima lattasi è carente o mancante completamente che cosa può accadere? Parliamo di ipolattasia, che può avere diverse forme.

1) PRIMARIA (GENETICA): perdita dell’espressione della lattasi, definita “non persistenza”. Il genoma che determina la persistenza è diffuso, ad es., nelle popolazioni nord europee.

➡️In Italia il deficit di lattasi interessa il 40-50% della popolazione, con punte più elevate al sud.

❌Il deficit di lattasi determina il malassorbimento del lattosio e il raggiungimento del lattosio non digerito al colon, un organo che non è in grado di assorbire gli zuccheri.

✖️A questo punto avviene la fermentazione da parte della flora batterica, con la produzione di gas e il richiamo di acqua.

⚠️Attenzione però: non tutti i soggetti con malassorbimento presentano la sindrome da intolleranza! Possiamo avere forme asintomatiche o sintomatiche ( intolleranza).⚠️

❗Perché si sviluppino i sintomi (gonfiore, meteorismo, dolori addominali, diarrea, ecc… e talvolta anche nausea e mal di testa), dobbiamo tenere conto di alcuni fattori:
✳️la quantità di enzima lattasi residuo
✳️il quantitativo di lattosio introdotto
✳️la composizione del pasto
✳️le caratteristiche del microbiota intestinale
✳️la soglia di sensibilità individuale
✳️il livello di percezione dei sintomi
….

2) FORMA SECONDARIA (ACQUISITA),​ è secondaria a patologie intestinali, all’assunzione di alcuni farmaci💊, o alla prolungata assenza nel tempo di consumo di alimenti contenenti lattosio. ⚠️E’ una forma transitoria che si risolve nel tempo, alla risoluzione della patologia o, nel caso dell’inattivazione per mancato utilizzo introducendo piccole quote di latte o yogurt ogni giorno, possibilmente non a stomaco vuoto.

3) FORMA CONGENITA: rara condizione che persiste per tutta la vita e si manifesta già nei bambini molto piccoli. Il lattosio deve essere completamente escluso.⛔

➡️Potremmo avere un malassorbimento, dovuto alla carenza di lattasi, ma non sviluppare una sindrome da intolleranza.⬅️ Questa notizia forse ci stupirà.

Ci potremmo anche stupire di quanti fattori siano implicati per lo sviluppo dei sintomi e del fatto che la forma secondaria sia reversibile.

😨PANICO DA LATTOSIO😱

Ma allora perché molti di noi “temono” il lattosio e escludono dalla dieta latte e derivati (tra l’altro non considerando il fatto che il lattosio si possa trovare anche in altri alimenti)?

🤒🤕Molte persone credono di essere intolleranti ma per aver una diagnosi certa non ci si può basare sui soli sintomi: alcuni sono gli stessi di altre patologie e inoltre può essere complicato, per chi non è “del mestiere”, associare la sintomatologia all’introduzione di un particolare cibo.

⚠️Attenzione, il meccanismo per il quale eliminiamo latte e derivati dalla nostra alimentazione può aumentare il rischio di sviluppare carenze nutrizionali se non riusciamo a integrare in maniera adeguata i nutrienti.

⚠️La diagnosi deve esser fatta da personale qualificato e con l’ausilio di test oggettivi (es. Breath test). Non facciamoci mai diagnosi da soli ma affidiamoci a specialisti!

Se davvero siamo intolleranti occorre capire che grado di deficit di lattasi abbiamo.
➡️ Nel caso in cui il deficit non sia totale potremmo ancora introdurre alimenti con un ridotto contenuto di lattosio (es. yogurt, formaggi stagionati, ecc..). Buona norma sarà frazionarli su più pasti e assumerli insieme a cibi solidi. La maggior parte delle persone intolleranti sopportano senza problemi 12 g di lattosio, pari a una tazza di latte!

➡️Nel caso in cui il deficit non ci permetta di introdurre lattosio senza aver effetti collaterali dovremo optare per i prodotti del commercio il cui lo zucchero è già scisso nei due componenti. Il latte in questo caso avrà un sapore più dolce, effetto di galattosio e glucosio separati.

In alternativa sono disponibili le bevande vegetali usate al posto del latte (vi rimando a quanto detto nel video sulle colazioni). 🥛🥛🥛🥛Oltre a porre attenzione al latte e ai derivati (anch’essi ormai presenti sul mercato in versione priva di lattosio) dovremo far attenzione alle “fonti nascoste”🧐: cereali, prodotti da forno, pane, prodotti di pasticceria, cioccolato, creme spalmabili, sughi, salse, snack, alimenti precotti, piatti pronti, preparati per brodo, ecc…

Dieta sì, ma solo quando ne abbiamo la vera necessità.
(Testo a Cura della Dott.ssa Marcella Beraudi-Dietista S.C: SIAN ASL CN2 Alba-Bra)

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